martedì 9 novembre 2010

PARADISI FISCALI AD OGNI STATO IL SUO..............

Per paradiso fiscale si intende uno stato dove c'è una assenza o una limitata imposizione fiscale che permette al contribuente di uno Stato di trasferirvi i propri flussi reddituali con una riduzione del carico fiscale; in più  lo stesso stato si caratterizza per un segreto bancario inviolabile e per assenza di trasparenza e di reciprocità nello scambio di informazioni con gli altri stati.Oltre alla riduzione della pressione fiscale i paradisi fiscali offrono altre interessanti attrattive quali la protezione di brevetti o consorzi industriali vietati nel Paese di residenza, bassi costi di manodopera, un liberale sistema dei cambi, tutela rigorosa del segreto bancario. In particolare, in questi Stati è ‘protetto’in maniera rilevante il segreto bancario, in Svizzera, ad esempio, la legge tutela penalmente il segreto bancario e punisce anche l’induzione alla violazione di questo.

I paradisi fiscali, per fini meramente classificatori, possono suddividersi in varie categorie:
  1. Pure tax havens: si tratta di Paesi in cui non esistono imposte sul reddito, sulla ricchezza, su successioni o donazioni, per cui è possibile costituire società o trust con grande facilità. Il segreto bancario, poi, è rigidamente garantito. Le autorità percepiscono entrate dagli organismi giuridici qui collocati, si tratta, però, di spese fisse indipendenti dalla produzione del reddito. Di solito i pure tax havens sono luoghi di villeggiatura ( ad es. Bahamas, o le Bermuda ) privi di altre risorse economiche.
  2. No tax foreign incombe havens: sono Paesi che tassano solo il reddito prodotto localmente sia da persone fisiche che giuridiche, tale esenzione interessa il reddito estero e le attività relative all’economia interna, per cui non sarà mai tassato derivante dall’esportazione di prodotti locali ( ad es. Liberia e Panama ).
  3. Low tax havens: è relativo Paesi che impongono un modesto onere fiscale sul reddito ovunque prodotto ( ad es. le British Virgin Islands ).
  4. Special tax havens: riguarda Paesi a normale livello impositivo caratterizzati dal fatto che permettono al loro interno la costituzione di organismi particolarmente flessibili ( ad es. il Liechtenstain ).
     
 In Italia, il Decreto del Ministero dell’ Economia e delle Finanze del 21/11/2001 fornisce un dettagliato elenco, detto ‘black list’dei Paesi considerati paradisi fiscali, cioè con un regime fiscale ‘privilegiato’, se ne contano 35:Andorra, Antigua, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, isole Vergini britanniche, Guernesey, isole Cook, Domenica, Gibilterra, Grenada, isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtestein, Maldive, isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint- kitts e Nevis, Saint-Lucie, Saint-Vincent, Samoa occidentali,Seychelles, Tonga, isole Turk e Caicos, isole Vergini americane, Vanuatu.

In questo momento si parla molto dei paradisi fiscali in relazione a Silvio Berlusconi e a sue proprietà a Antigua. Non voglio assolutamente difendere il Presidente del Consiglio che sicuramente avrà conti e proprietà in quel paradiso fiscale ( come in altri ), ma le accuse nei suoi confronti mi fanno unpò ridere per il fatto che il fenomeno dei paradisi fiscali è generalizzato e diffuso, sopratutto tra imprenditori e politici, le accuse così a lui rivolte mi sembrano più che strumentali.
Chiediamoci il motivo dell'ambiguità degli stati europei e degli USa nei confronti dei paradisi fiscali ; da una parte si emanano leggi e si fanno grandi propositi per contrastarli , dall'altra ogni stato ha il suo paradiso fiscale ''satellite'' vicino geograficamente. 
In Italia abbiamo San Marino , la Francia ha il Principato di Monaco , La Spagna Andorra, Germania Austria hanno il Liechtenstein, L'inghilterra oltre alle vicine Isola di Man e Isole del Canale ha una miriade di stati caraibici ex colonie , lo stesso gli USa, per non parlare di Svizzera e Lussemburgo messi nel cuore dell' Unione Europea, in più ci sono gli stati centroamericani Panana Rep. Dominicana ecc......................
Tutto questo non può essere assolutamente casuale , è evidente l'esigenza di rifuggire dal gravame delle tasse del proprio stato e un escamotage anche vicino e comodo geograficamente è 'l'ideale.
Ma non basta altrimenti questo fenomeno sarebbe stato stroncato molto tempo fa; i paradisi fiscali sono usati dagli stessi stati dalla malavita alimentando corruzione  traffici e interessi trasversali che nascondono collusione e connivenza tra gli ambienti politici / affaristici / malavitosi , che permettono il riciclaggio del denaro sporco la proliferazione e lo scambio di tangenti, ecco perchè al di là della facciata nessuno contrasta questo fenomeno.
Si spiegano personaggi quasi leggendari come Hans Adam II principe del Liechtenstein , nobile si, ma si dice grande amico di mafiosi di mezza europa.
Il fenonme è diffusissimo e si può dire che nessuna multinazionale ne è esente ;Interessante è il caso di google per esempio che ricorre a un altro escamotage fiscale    usando uno schema noto 
  come "Double Irish" o Dutch Sandwtich", senza infrangere le leggi. Semplificando, "Big G" ricava quasi tutto il suo fatturato dalla pubblicità online, collegata al motore di ricerca (AdWords) o distribuita in spazi su internet come siti web e blog (AdSense). Ma gli inserzionisti residenti in Medio Oriente, Europa e Africa inviano i pagamenti per gli annunci commerciali sul web alla sede irlandese di Google. Ma da qui non viene inviato direttamente alle Bermuda perché incorre in una tassazione elevata. Quindi, il denaro è trasferito in Olanda e poi nelle isole del paradiso fiscale di fronte agli Stati Uniti; riuscendo a conseguire in tre anni un risparmio fiscale di 3 miliardi di dollari.
Vediamo al caso Berlusconi , giustamente viene accusato per l'uso dei paradisi fiscali , ma chi sono i suoi accusatori ? Il gruppo repubblica - espresso , lo stesso che sponsorizza Montezemolo , che insieme a Della Valle è stato spesso molto critico verso Berlusconi, proponendosi come il nuovo per la politica italiana ( senza contare la sponsorizzazione a Fini ).
Montezemolo e Della Valle che recentemente hanno lanciato una azienda che fa concorrenza a trenitalia.
 Il Lussemburgo. È la loro seconda patria. Forse la prima.Montezemolo e Della Valle sono di casa in Lussemburgo. E anche in Olanda, altro paese abituato a generosi trattamenti fiscali, non scherzano. Il signor Tod’s presenta nel bilancio consolidato della accomandita di famiglia tre holding lussemburghesi, tre olandesi, un svizzera, una ungherese, una a Madeira, piccolo paradiso fiscale del Portogallo e una nella nostra Repubblica di San Marino. L’erede Fiat si accontenta di due finanziarie lussemburghesi e due olandesi. Insieme però sono soci anche nel cosiddetto fondo di private equity Charme, che in realtà si chiama Charme Investments sociéteé anonyme, che in Italia ha acquisito partecipazioni nella Poltrona Frau e in altri importanti società della moda e del lusso; grazie al collocamento in borsa delle azioni di Poltrona Frau
la cui operazione, ha fruttato a Montezemolo e soci 30 milioni di profitti, e per di più esentasse, grazie alla proverbiale generosità del fisco lussemburghese. Ma a parte quel favoloso 2006, quando ancora i mercati tiravano alla grande, Charme ha accumulato perdite: 9,7 milioni nel 2007, 8,2 nel 2008, 1,4 l'anno scorso.


Un pò di paura tra i grandi evasori con la pubblicazione della lista Falciani
 nella lista della banca Hsbc, la cosiddetta lista Falciani (dal nome dell’ex dipendente della banca svizzera in possesso dello schedario) oppure con la lista del Liechtenstein acquisita ( venduta ) ai servizi segreti tedeschi, ma sembra che la bufera sia passata. Pertanto queste pubblicazioni di segreti vanno intese più come guerre per eliminare qualche concorrente pubblicando i suoi redditi segreti che come una guerra globale ai paradisi fiscali.
Gli stessi servizi di tutti i maggiori stati usano questi stati in cui è un dogma l'inviolabilità del segreto bancario per far circolare denaro per operazioni sotto copertura, per creare fondi più o meno occultati .
La diffusione e la grande utilità dei paradisi fiscali è fondamentale per l'economia attuale e pertanto sono ben lungi dallo scomparire sarà un fenomeno che ci accompagnerà ancora per lungo tempo.








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