mercoledì 17 novembre 2010

Scenari futuri possibili

Cadrà il governo Berlusconi o non cadrà ? Non è che io sia un suo estimatore ,   ma le trame ordite per aizzare Fini sono abbastanza esplicite. E' evidente che a livello internazionale alcune posizioni del governo Italiano non sono piacite, soprattutto  agli Stati Uniti, in particolare l'amicizia con Putin. Per questo hanno puntato forte su Fini il quale ha rimesso il suo appoggio al governo dando il via, di fatto,alla crisi.Il voto sulla fiducia ci sarà il 14 Dicembre , sarà una data decisiva perchè l'Italia è in bilico a livello finanziario; rientra nei cosiddetti PIIGS e il debito pubblico continua a salire ,  per ora è abbastanza protetta dagli attacchi speculativi ma all'orizzonte ci sono due scenari :  se perde Berlusconi e si va a votare allora l'Italia sarà protetta dagli attacchi speculativi  ( provenienti dalla finanza americana ) viceversa se Berlusconi riuscirà  a mantenere in vita il governo subiremo come rappresaglia un forte attacco speculativo con le disastrose conseguenze che si sono viste in Grecia.

mercoledì 10 novembre 2010

MONTEZEMOLO IL ''NUOVO'' CHE SALVERA' L'ITALIA


ITALO E' IL TRENINO DI DELLA VALLE E MONTEZEMOLO.
E' un treno che dovrà iniziare a girare sulle TRATTE PIU' RICCHE IN ITALIA a partire da fine 2011.

VEDIAMO PERCHE' E' UNA VERA E PROPRIA INGIUSTIZIA:

innanzitutto:

1)In Italia LA RETE FERROVIARIA è in mano allo stato.

2)Le ferrovie soffrono da sempre di bilanci non certo rosei, ma svolgono anche un servizio sociale.

3)le ferrovie sono la somma di due componenti: LA RETE FERROVIARIA E I TRENI.
le due cose sono difficilmente separabili, vediamo perchè!!!

La rete è pubblica ed è costata da sempre SALASSI enormi ai cittadini italiani, sia nel momento della costruzione dell'infrastruttura, sia per il mantenimento!!!

NON PER ULTIMA L'ALTA VELOCITA' . Per permettere l'alta velocità fra Milano e ROMA si sono spese quantità di soldi indicibili (cifre enormi rispetto a quello speso in altri paesi).

Questi soldi sono stati spesi dalle Ferrovie che possono recuperare soldi SOLO CON I BIGLIETTI DEI TRENI CHE VENGONO ACQUISTATI DAI CITTADINI.

Ma se interviene un terzo operatore che vuole far viaggiare i treni suoi sulla rete nazionale...ECCO CHE SORGE UN PROBLEMA ENORME

Questo soggetto vorrebbe fare profitti AI DANNI DEL GESTORE DELLA RETE CHE E' CONTEMPORANEAMENTE GESTORE DEI TRENI DELLO STATO e che ha già bilanci in perdita.

SE UN PRIVATO RIESCE A FARE PROFITTI ...VUOL DIRE CHE LO STATO DEVE RINUNCIARE A DELLE ENTRATE, E CHE BEN PRESto IL COSTO DEI BIGLIETTI VERRA' AUMENTATO A DANNO DEI CONSUMATORI (come è successo mille volte....con il paradosso del servizio 12, quasi gratuito e utile, sostituito del 1288 e simili che sono servizi estremamente cari, a tutto danno della comunità)

Sia che si attui la separazione della rete dai treni che si opti per il mantenimento di un unico gestore COMPITO DELLO STATO DOVREBBE ESSERE IN PRIMIS LA DIFESA DEI DIRITTI DEI CITTADINI E QUINDI DEI CONSUMATORI

OVVERO
1)CHE LA RETE FERROVIARIA DEBBA AVERE UN RITORNO ECONOMICO CERTO (vedi Terna), E CHE LA PROPRIETA' DELLA RETE NON FINISCA IN MANO AI MERCATI AZIONARI MA SIA AL 100% PUBBLICA.

2) CHE I SOGGETTI PRIVATI E NON CHE DECIDONO DI UTILIZZARE LA RETE FERROVIARIA NAZIONALE GARANTISCANO CHE IL PREZZO DEL BIGLIETTO NON SIA SOGGETTO A RIALZI RISPETTO AI PREZZI ATTUALI, E CHE LA REVISIONE SEGUA LOGICHE non uguali a quelle usate per le Autostrade (che sono anticoncorrenziali e penalizzanti per i cittadini)

3)CHE LA RETE (in caso di separazione) si accolli tutto l'indebitamento (e che il ritorno economico sia garantito).

4)Che i treni dello stato non siano obbligati a tagliare delle tratte ferroviare per poter competere con i servizi e i prezzi di ITALO E MONTEZEMOLO.
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MONTEZEMOLO E COMPANY VOGLIONO UTILIZZARE LA RETE FERROVIARIA (COSTATA CARISSIMA) PAGANDO UN CANONE DI UTILIZZO BASSO, RIDUCENDO POTENZIALI PROFITTI PUBBLICI CHE potrebbero ESSERE UTILIZZATI PER MIGLIORARE L'INFRASTRUTTURA STESSA.

OGGI LE FFSS NON FANNO PROFITTI, COME SI PUO' PENSARE CHE ITALO DI MONTEZEMOLO LI POSSA FARE???

SEMPLICE, VIAGGIANDO SULLE ROTTE PIU' RICCHE FACENDO CONCORRENZA AI TRENI DELLO STATO, I QUALI SI VEDONO UN CONCORRENTE CHE GLI PORTA VIA I MARGINI NEL PRODOTTO CASH COW...E LI METTE IN MERDA SUL RESTO DELLA RETE ..

LE FFSS, IL LORO SERVIZIO E MILIONI DI VIAGGIATORI, VENGONO PENALIZZATI PER FAVORIRE
GLI INTERESSI ECONOMICI DI UNO SPARUTO NUMERO DI IMPRENDITORI CAPEGGIATI DA MONTEZEMOLO



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Moretti, OTTIMO DIRIGENTE DELLE FERROVIE, sta battendosi per una battaglia già persa in partenza: LA LOTTA IMPARI CONTRO IL CAPITALISMO PASSIVO CHE SFRUTTA POSIZIONI DOMINANTI E AMICIZIE POLITICHE E GIORNALISTICHE DI MONTEZEMOLO E DELLA VALLE PER GUADAGNARE DEI SOLDI SFRUTTANDO IL SISTEMA PUBBLICO!!!


MERCATO LIBERO applaude il lavoro di Moretti e condanna pesantemente MONTEZEMOLO, DELLA VALLE e il treno ITALO!!!

Moretti, in questa lotta impari contro potere economico e politico è destinato a perdere, ma lui, piuttosto che dire YES combatte, e lo fa in nome di una cosa sola: LA RES PUBLICA....la cosa pubblica.....un bene che è di tutti e che per essere valorizzato non deve essere soggetto a interventi di privati che SPOSANO DA SEMPRE LA POLITICA DELL'ARRAFFA ARRAFFA



MONTEZEMOLO E' IN POLITICA SOLO PER PURI INTERESSI PRIVATI!!! RICORDATEVELO!


ECCO L'ULTIMA NEWS DI OGGI:
Sulla separazione societaria fra il gestore della rete ferroviaria (Rfi) e l'operatore (Trenitalia) si e' giocato un nuovo round del confronto-scontro tra i futuri concorrenti Luca Cordero di Montezemolo (Ntv), che vuole separare la rete, e Mauro Moretti (Fs), secondo il quale dove c'e' separazione l'industria e' scomparsa.


FONTE http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2010/11/montezemolo-minaccia-litalia-che-lavora.html

martedì 9 novembre 2010

PARADISI FISCALI AD OGNI STATO IL SUO..............

Per paradiso fiscale si intende uno stato dove c'è una assenza o una limitata imposizione fiscale che permette al contribuente di uno Stato di trasferirvi i propri flussi reddituali con una riduzione del carico fiscale; in più  lo stesso stato si caratterizza per un segreto bancario inviolabile e per assenza di trasparenza e di reciprocità nello scambio di informazioni con gli altri stati.Oltre alla riduzione della pressione fiscale i paradisi fiscali offrono altre interessanti attrattive quali la protezione di brevetti o consorzi industriali vietati nel Paese di residenza, bassi costi di manodopera, un liberale sistema dei cambi, tutela rigorosa del segreto bancario. In particolare, in questi Stati è ‘protetto’in maniera rilevante il segreto bancario, in Svizzera, ad esempio, la legge tutela penalmente il segreto bancario e punisce anche l’induzione alla violazione di questo.

I paradisi fiscali, per fini meramente classificatori, possono suddividersi in varie categorie:
  1. Pure tax havens: si tratta di Paesi in cui non esistono imposte sul reddito, sulla ricchezza, su successioni o donazioni, per cui è possibile costituire società o trust con grande facilità. Il segreto bancario, poi, è rigidamente garantito. Le autorità percepiscono entrate dagli organismi giuridici qui collocati, si tratta, però, di spese fisse indipendenti dalla produzione del reddito. Di solito i pure tax havens sono luoghi di villeggiatura ( ad es. Bahamas, o le Bermuda ) privi di altre risorse economiche.
  2. No tax foreign incombe havens: sono Paesi che tassano solo il reddito prodotto localmente sia da persone fisiche che giuridiche, tale esenzione interessa il reddito estero e le attività relative all’economia interna, per cui non sarà mai tassato derivante dall’esportazione di prodotti locali ( ad es. Liberia e Panama ).
  3. Low tax havens: è relativo Paesi che impongono un modesto onere fiscale sul reddito ovunque prodotto ( ad es. le British Virgin Islands ).
  4. Special tax havens: riguarda Paesi a normale livello impositivo caratterizzati dal fatto che permettono al loro interno la costituzione di organismi particolarmente flessibili ( ad es. il Liechtenstain ).
     
 In Italia, il Decreto del Ministero dell’ Economia e delle Finanze del 21/11/2001 fornisce un dettagliato elenco, detto ‘black list’dei Paesi considerati paradisi fiscali, cioè con un regime fiscale ‘privilegiato’, se ne contano 35:Andorra, Antigua, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, isole Vergini britanniche, Guernesey, isole Cook, Domenica, Gibilterra, Grenada, isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtestein, Maldive, isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint- kitts e Nevis, Saint-Lucie, Saint-Vincent, Samoa occidentali,Seychelles, Tonga, isole Turk e Caicos, isole Vergini americane, Vanuatu.

In questo momento si parla molto dei paradisi fiscali in relazione a Silvio Berlusconi e a sue proprietà a Antigua. Non voglio assolutamente difendere il Presidente del Consiglio che sicuramente avrà conti e proprietà in quel paradiso fiscale ( come in altri ), ma le accuse nei suoi confronti mi fanno unpò ridere per il fatto che il fenomeno dei paradisi fiscali è generalizzato e diffuso, sopratutto tra imprenditori e politici, le accuse così a lui rivolte mi sembrano più che strumentali.
Chiediamoci il motivo dell'ambiguità degli stati europei e degli USa nei confronti dei paradisi fiscali ; da una parte si emanano leggi e si fanno grandi propositi per contrastarli , dall'altra ogni stato ha il suo paradiso fiscale ''satellite'' vicino geograficamente. 
In Italia abbiamo San Marino , la Francia ha il Principato di Monaco , La Spagna Andorra, Germania Austria hanno il Liechtenstein, L'inghilterra oltre alle vicine Isola di Man e Isole del Canale ha una miriade di stati caraibici ex colonie , lo stesso gli USa, per non parlare di Svizzera e Lussemburgo messi nel cuore dell' Unione Europea, in più ci sono gli stati centroamericani Panana Rep. Dominicana ecc......................
Tutto questo non può essere assolutamente casuale , è evidente l'esigenza di rifuggire dal gravame delle tasse del proprio stato e un escamotage anche vicino e comodo geograficamente è 'l'ideale.
Ma non basta altrimenti questo fenomeno sarebbe stato stroncato molto tempo fa; i paradisi fiscali sono usati dagli stessi stati dalla malavita alimentando corruzione  traffici e interessi trasversali che nascondono collusione e connivenza tra gli ambienti politici / affaristici / malavitosi , che permettono il riciclaggio del denaro sporco la proliferazione e lo scambio di tangenti, ecco perchè al di là della facciata nessuno contrasta questo fenomeno.
Si spiegano personaggi quasi leggendari come Hans Adam II principe del Liechtenstein , nobile si, ma si dice grande amico di mafiosi di mezza europa.
Il fenonme è diffusissimo e si può dire che nessuna multinazionale ne è esente ;Interessante è il caso di google per esempio che ricorre a un altro escamotage fiscale    usando uno schema noto 
  come "Double Irish" o Dutch Sandwtich", senza infrangere le leggi. Semplificando, "Big G" ricava quasi tutto il suo fatturato dalla pubblicità online, collegata al motore di ricerca (AdWords) o distribuita in spazi su internet come siti web e blog (AdSense). Ma gli inserzionisti residenti in Medio Oriente, Europa e Africa inviano i pagamenti per gli annunci commerciali sul web alla sede irlandese di Google. Ma da qui non viene inviato direttamente alle Bermuda perché incorre in una tassazione elevata. Quindi, il denaro è trasferito in Olanda e poi nelle isole del paradiso fiscale di fronte agli Stati Uniti; riuscendo a conseguire in tre anni un risparmio fiscale di 3 miliardi di dollari.
Vediamo al caso Berlusconi , giustamente viene accusato per l'uso dei paradisi fiscali , ma chi sono i suoi accusatori ? Il gruppo repubblica - espresso , lo stesso che sponsorizza Montezemolo , che insieme a Della Valle è stato spesso molto critico verso Berlusconi, proponendosi come il nuovo per la politica italiana ( senza contare la sponsorizzazione a Fini ).
Montezemolo e Della Valle che recentemente hanno lanciato una azienda che fa concorrenza a trenitalia.
 Il Lussemburgo. È la loro seconda patria. Forse la prima.Montezemolo e Della Valle sono di casa in Lussemburgo. E anche in Olanda, altro paese abituato a generosi trattamenti fiscali, non scherzano. Il signor Tod’s presenta nel bilancio consolidato della accomandita di famiglia tre holding lussemburghesi, tre olandesi, un svizzera, una ungherese, una a Madeira, piccolo paradiso fiscale del Portogallo e una nella nostra Repubblica di San Marino. L’erede Fiat si accontenta di due finanziarie lussemburghesi e due olandesi. Insieme però sono soci anche nel cosiddetto fondo di private equity Charme, che in realtà si chiama Charme Investments sociéteé anonyme, che in Italia ha acquisito partecipazioni nella Poltrona Frau e in altri importanti società della moda e del lusso; grazie al collocamento in borsa delle azioni di Poltrona Frau
la cui operazione, ha fruttato a Montezemolo e soci 30 milioni di profitti, e per di più esentasse, grazie alla proverbiale generosità del fisco lussemburghese. Ma a parte quel favoloso 2006, quando ancora i mercati tiravano alla grande, Charme ha accumulato perdite: 9,7 milioni nel 2007, 8,2 nel 2008, 1,4 l'anno scorso.


Un pò di paura tra i grandi evasori con la pubblicazione della lista Falciani
 nella lista della banca Hsbc, la cosiddetta lista Falciani (dal nome dell’ex dipendente della banca svizzera in possesso dello schedario) oppure con la lista del Liechtenstein acquisita ( venduta ) ai servizi segreti tedeschi, ma sembra che la bufera sia passata. Pertanto queste pubblicazioni di segreti vanno intese più come guerre per eliminare qualche concorrente pubblicando i suoi redditi segreti che come una guerra globale ai paradisi fiscali.
Gli stessi servizi di tutti i maggiori stati usano questi stati in cui è un dogma l'inviolabilità del segreto bancario per far circolare denaro per operazioni sotto copertura, per creare fondi più o meno occultati .
La diffusione e la grande utilità dei paradisi fiscali è fondamentale per l'economia attuale e pertanto sono ben lungi dallo scomparire sarà un fenomeno che ci accompagnerà ancora per lungo tempo.








mercoledì 3 novembre 2010

Banda del Brabante – Vallone

Pochi la conoscono in Italia , ma è interessante saperne di più perchè ci può aiutare a capire meglio anche alcuni fatti di terrorismo del nostro recente passate e il loro legame alle trame internazionali.
Parliamo della Banda del Brabante – Vallone che operò in Belgio dal 1982 al 1985 attuando 16 azioni che costarono 28 morti e 25 feriti.
Le sue azioni si distinsero per organizzazione e spietatezza , il suo modus operandi richiamaalla mente una vicenda nota a noi italiani; cioè la banda della uno bianca. Il parallelismo tra le due organizzazioni ha permesso di stabilire anche con ragionevole certezza che erano entrambe due cellule locali emanazione della Stay Behind.
Operativamente la banda si distinse per operazioni nei confronti di armerie supermercati e benzinai, azioni veloci rapide coordinate e soprattutto feroci; in tutte queste azioni poi il bottino fu talmente esiguo da non giustificare le semplici rapine.Per gli esperti non si trattò di criminali qualunque ma di veri professionisti che entravano in azione con una risolutezza militare e si davano alla fuga dimostrando una grande abilitò anche in questo.
Denominatore comune in tutte le azioni era la presenza di un uomo alto di statura soprannominato il gigante, armato di un fucile a pompa spas 12 ( prodotto dalla franchi) , che dava ordini agli altri e coordinava le azioni.
Alcuni esempi esplicativi del loro operato fu per esempio a Wawre quando un poliziotto ferito fu finito con un colpo a bruciapelo, oppure quando a Nijvel invece di scappare i malviventi attesero la polizia e le tennero un agguato.
I posti scelti per i colpi, la risolutezza, l’organizzazione e la coordinazione le vittime ( simili ) , l’uso di armi occidentali ( non ak 47 per esempio ma franchi spas 12 per la banda del bramante ar 70 90 per la banda della uno bianca ), tutto lega le due organizzazioni terroristiche.
Le indagini del parlamento belga furono rallentate da molti depistaggi e omissioni non furono mai trovati i colpevoli e ma più di una prova legava la banda del bramante vallone alla gladio belga e alla stay behind in occidente.

1. Fonte , Antonella Beccaria Uno bianca e trame nere

CRONOLOGIA DEI CRIMINI ATTRIBUITI ALLA BANDA DEL BRABANTE
DATA LUOGO VITTIME OBIETTIVO
14 agosto 1982 Maubeuge 1 ferito Negozio di alimentari
30 settembre 1982 Wavre 1 morto e 1 ferito Armeria
30 settembre 1982 Hoeilaart 2 feriti Membri del BSR
23 dicembre 1982 Bruxelles 1 morto Hotel Chevaliers
9 gennaio 1983 Mons 1 morto Tassista
25 febbraio 1983 Uccle 1 morto e 1 ferito Supermercato Delhaize
3 marzo 1983 Hal 1 morto e 1 ferito Alimentari Colruyt
10 settembre 1983 Temse 1 morto e 1 ferito Negozio di tessuti
17 settembre 1983 Nijvel 3 morti e 1 ferito Alimentari Colruyt
17 settembre 1983 Braine-L’Alleud 1 ferito Sparatoria con la polizia
2 ottobre 1983 Ohain 1 morto Ristorante
7 ottobre 1983 Beersel 1 morto e 3 feriti Supermercato Delhaize
1 dicembre 1983 Anderlues 2 morti Gioielleria
27 settembre 1985 Braine-L’Alleud 3 morti e un ferito Supermercato Delhaize
27 settembre 1985 Overije 5 morti e 1 ferito Supermercato Delhaize
9 novembre 1985 Aalst 8 morti e 9 feriti Supermercato Delhaize

Irap : Cui prodest?

L’Irap è una imposta che da sempre è stata osteggiata dai contribuenti ; nata come un primo tentativo di devoluzione fiscale alle regioni , un tentativo embrionale di ”federalismo fiscale” ha preseguito la sua esistenza tra ricorsi alla giustizia italiana ed europea da parte dei contribuenti che mal digerivano una imposta che tassasse anche il costo del personale.
In questo mese di ottobre c’è stata una grandissmia fioritura di sentenze della cassazione tutte a favore dei contribuenti che chiedevano di essere esclusi dall’imposta. Mi chiedo come mai adesso è cambiato l’orientamento? una resa forse dello stato, che ha sempre difeso l’Irap in tutte le sedi di giurisdizione,  che capisce che è una imposta sbagliata?
Oppure forse non c’è un fine diverso, quello di prendere due piccioni con una fava; il federalismo fiscale  e la riforma fiscale. E come dare impulso a questi due obiettivi se non azzerando , con varie sentenze, i soggetti imponibili all’irap rendendola una imposta fantasma e avere così la giustificazione per una riforma più profonda del fisca unendo la necessità di attuare il federalismo fiscale.

Una visione machiavellica?